
Negli ultimi mesi si assiste sempre più frequentemente a pubblicità in tv, per radio e sui giornali, di associazioni che forniscono
dei corsi dal costo più o meno ingente, per poter svolgere il lavoro di amministratore condominiale.
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Il boom di queste
scuole di formazione professionale, infatti è stato enorme, perché la riforma del Codice del Condominio entrata in vigore il
18 giugno 2013 prevede espressamente tra i requisiti quello di aver svolto un corso di formazione professionale e relativi aggiornamenti, esentando esclusivamente gli amministratori interni, ovvero chi è amministratore presso il proprio condominio e chi già svolgeva in precedenza tale professione, a patto che sia stato amministratore per almeno un anno nei tre anni precedenti la riforma
(art. 71 bis dispp. Att.).
Questa riforma, quindi, sebbene sia stata da più lati della dottrina e dei giuristi, aspramente criticata, in realtà è una
riforma che sicuramente non dispiace alle associazioni professionali che offrono corsi di formazione, le quali stanno avendo un grande riscontro di iscritti e di introiti.
Non tutte le scuole, però, sono effettivamente formative: chi si appresta a svolgere questa professione ricca di rischi e responsabilità anche penali,
deve scegliere con cura a chi affidare la propria preparazione. .