
Sempre più spesso i condomini si trovano a condividere la proprietà dell’edificio con persone di diversa nazionalità e cultura, il ché diviene, purtroppo, motivo di contendere tra i comproprietari, i quali lamentano le differenze culturali, spesso come maleducazione, rispondendo con piccole rappresaglie, le quali terminano con frequenza sempre maggiore, in un’aula di tribunale.
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L’arduo compito in questi casi spetta
all’amministratore condominiale, il quale deve avere capacità mediatorie per risolvere i conflitti che sorgono a causa delle differenze culturali.
L’amministratore deve far arrivare copia ai nuovi condomini del regolamento condominiale, curando e facendo molta attenzione a ché esso venga accuratamente letto: se del caso una buona soluzione è quella di
spiegare ai condomini stranieri i punti chiave del regolamento e quelli che maggiormente interessano gli altri comproprietari. Inoltre, l’amministratore deve lavorare molto alacremente per evitare
che i vecchi condomini non attuino delle piccole guerre interne, anche con piccoli atti di maleducazione (ad esempio non salutino i condomini stranieri), avendo cura di spiegare loro che con la gentilezza può essere risolto ogni piccola incomprensione, e che loro stessi stanno lavorando per far comprendere il regolamento ai nuovi arrivati. In questi casi, infatti, la
mediazione è l’unico modo per risolvere questi screzi.