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Notizia 03/06/2015

Il reato di stalking condominiale: quando si configura?


Che la vita condominiale non sia sempre rose e fiori, è risaputo anche da chi non vive in una palazzina. In alcuni casi, però, si va oltre la semplice cattiva convivenza, e si arriva finanche a integrare dei veri e propri casi di stalking condominiale.

Come saprete, nel 2009 la legge n. 11 ha introdotto l’art. 612 bis che ha configurato il reato di atti persecutori, cosiddetto stalking. Nel 2011, invece, la Suprema Corte di Cassazione, Sez. V, n. 20895/11, ha configurato una forma speciale di reato di stalking, lo stalking condominiale, per l’appunto. Addio, quindi, alla convinzione che gli atti persecutori siano compiuti solo da fidanzati gelosi o da spasimanti non ricambiati, anche i condomini possono configurare il reato di atti persecutori.

Ora il Tribunale di Genova ha dato seguito a tale reato, condannando due condomini a 4 mesi di reclusione oltre al risarcimento danni, avendo rinvenuto il reato ex art. 612 bis e non quello di minaccia, né di violenza privata. Nel caso di specie, una madre e il figlio a seguito di alcuni litigi dovuti all’utilizzo di uno spazio comune, hanno iniziato a perseguitare una coppia di condomini. Dapprima semplici rumori molesti, poi le minacce al figlio neonato della coppia. “Ve lo ammazziamo”, hanno detto i vicini molesti, e questo ha fatto traboccare il vaso e spinto la coppia a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria che ha dato loro ragione, dopo 4 anni di persecuzioni.



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