
22/03/2014
Riforma al Codice del Condominio: chi ci ha guadagnato?

Negli ultimi mesi si assiste sempre più frequentemente a pubblicità in tv, per radio e sui giornali, di associazioni che forniscono
dei corsi dal costo più o meno ingente, per poter svolgere il lavoro di amministratore condominiale.Il boom di queste
scuole di formazione professionale, infatti è stato enorme, perché la riforma del Codice del Condominio entrata in vigore il
18 giugno 2013 prevede espressamente tra i requisiti quello di aver svolto un corso di formazione professionale e relativi aggiornamenti, esentando esclusivamente gli amministratori interni, ovvero chi è amministratore presso il proprio condominio e chi già svolgeva in precedenza tale professione, a patto che sia stato amministratore per almeno un anno nei tre anni precedenti la riforma
(art. 71 bis dispp. Att.).Questa riforma, quindi, sebbene sia stata da più lati della dottrina e dei giuristi, aspramente criticata, in realtà è una
riforma che sicuramente non dispiace alle associazioni professionali che offrono corsi di formazione, le quali stanno avendo un grande riscontro di iscritti e di introiti.
Non tutte le scuole, però, sono effettivamente formative: chi si appresta a svolgere questa professione ricca di rischi e responsabilità anche penali,
deve scegliere con cura a chi affidare la propria preparazione. .
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